Seconda ribellione Blackfyre
La seconda ribellione Blackfyre ebbe luogo tra il secondo e l'ottavo mese del 200 AL e vide schierate le forze di Sua Maestà Re Daeron Targaryen, secondo del suo nome, e dei suoi vassalli, contro quelle di Daemon Blackfyre e i suoi alleati, ovvero la Compagnia Dorata.
Indice
Le cause del conflitto
La lotta fra i Targaryen ed i Blackfyre, loro ramo cadetto, risale alla prima ribellione Blackfyre. Re Daeron aveva fatto fidanzare sua sorella Daenerys al Principe di Dorne Maron Martell, fatto che fece diventare furioso Daemon Blackfyre poiché, nonostante egli fosse già sposato con Rohanne di Tyrosh, era innamorato della principessa Daenerys. Inoltre, Aegon IV "il mediocre", oltre ad aver legittimato tutti i suoi bastardi, aveva donato sul letto di morte Blackfyre - la leggendaria spada in acciaio di Valirya, simbolo dei signori dei draghi - a Daemon e non a Daeron; un gesto interpretato come una designazione ufficiale del successore.
Sconfitti già durante la prima ribellione, i Blackfyre comunque non accantonarono i loro propositi e quattro anni dopo ritentarono l'impresa. Sfruttando l'effetto sorpresa, sbarcavano sulle coste del Mare Stretto e dilagavano nelle Terre della Tempesta e nelle Terre dei Fiumi.
Le fasi iniziali
Capo Tempesta si trova subito sotto assedio da parte del grosso delle truppe ribelli sbarcate. Intanto le truppe nemiche bloccano la Strada del Re. Griffin's Roost viene conquistata e Lord Frederick e suo figlio Arlan, il primogenito, presi in ostaggio. Lord Peasebury e Lord Estermont si sollevano contro la Corona unendosi ai Blackfyre
Le Terre dei Fiumi sono quelle che, dopo le Terre della Tempesta, più hanno subito l’impatto dell’invasione. In poche settimane quasi tutte le principali città e castelli venivano conquistate dai ribelli: Cross River, Saltpans, Thorny Flower, Harrenhal, Delta delle Acque, Pinkmaiden, Atranta, Hawick. L’Isola Chela è stata travolta dalla nera ondata e Casa Celtigar quasi sterminata, il Maestro del Conio tenuto in ostaggio. Emblematico il caso di Raven's Beak che, senza nemmeno fingere resistenza, apriva le porte, festante, al ritorno dell’amato Roman Manwoody. Stoney Sept, unico porto di pace, ha fatto parlare di sé oltre che per la presenza del carismatico e controverso septon Abram, perché – si dice – la Compagnia Dorata si sarebbe recata lì proprio per parlare con il septon, forse per chiedergli supporto in cambio della pace.
La risposta della Corona
Superato lo stupore iniziale, il Re organizza la risposta armata: chiama subito alle armi tutti i suoi lord vassalli ed invia subito 6000 uomini nelle Terre della Tempesta, guidate da suo figlio, nonché Mano del Re, il principe Baelor “Spezzalancia”. Contestualmente, affida a Sir Benjamin Stokeworth 1000 uomini per supportare le Terre dei Fiumi, che si trovano in carenza di uomini per via di una lunga serie di conflitti minori. Grazie agli uomini di Sir Stokeworth, ma ancor più a Lord Roger Blackwood, protagonista indiscusso della liberazione di Rocca Spezzata, la Compagnia Dorata inizia a perdere terreno. Sir Royce riesce a liberare Delta delle Acque insieme a truppe Arryn, che ancora una volta marciano sulle Terre dei Fiumi per porre fine ad un conflitto. Sir Stokeworth riesce infine a liberare Pinkmaiden e prende in custodia lord Petyr Piper, sul cui conto circolano voci insistenti e forti sospetti di aver supportato i ribelli.
La fine del conflitto
Con le Terre dei Fiumi nuovamente pacificate, tutte le armate lealiste poterono dirigersi nelle Terre della Tempesta e ricacciare a mare i ribelli. Ad un passo dalla vittoria, però, il principe Baelor cade in combattimento, gettando nello sconforto le truppe. Provvidenzialmente giunge lord Tyrrell, con le sue armate praticamente intatte, a spazzar via le ultime sacche di resistenza, liberare Capo Tempesta e porre fine alle seconda ribellione Blackfyre. I Blackfyre, ormai sconfitti, fuggono ritirandosi in Essos. Tra i nemici catturati non v’è traccia di Roman Manwoody né di nessuno dei suoi uomini, né tantomeno di Acreacciaio. Raven’s Beak, da sempre rimasta fedele a Roman Manwoody, viene rasa al suolo con l’altofuoco dai piromanti e cancellata dalle mappe, a monito per le generazioni future. Cross River viene liberata senza ulteriori danni da truppe Frey, Stokeworth, Blackwood e Darry, insieme con i superstiti di Rocca Spezzata. Lord Blackwood attraversa il Bosco del Re e libera Bronzegate per la seconda volta dopo un assalto durato un’intera notte, ma che ha visto infine uscirne vittorioso Lord Blackwood portandando con se’ la testa di Sir Gabriel Strickland. Lord Jaimie Mallister, liberatosi del blocco navale a Seagard, conquista Fawton e prende prigioniero Sir Lorenz Peake, uno dei più accesi sostenitori Blackfyre. La flotta del Principe di Dorne ripulisce i mari e spazza le coste, liberando gli Swan rimasti fedeli alla Corona e Pietre Verdi. Con questa azione riesce anche a spazzare via molti pirati dalle Stepstones, rompendo il blocco navale che imperversava da mesi. Arryn e Lannister sono impegnati a sedare piccole rivolte nella capitale, mentre lord Rodrick Arryn si preoccupa di pacificare tutta la penisola, fino a Nido del Corvo. Le truppe di lord Stark riescono a raggiungere il campo di battaglia a guerra ormai terminata. Alcune truppe Redwyne, insieme con alcune truppe di lord Ashford, riescono a liberare Isola Chela sfruttando il supporto navale di Dorne. Il Maestro del Conio è vivo, ma diversi Celtigar sono morti. Attualmente si cercano ancora i dispersi ed il computo è parziale, ma si segnala la dipartita di Sir Cassian Celtigar, capitano della “Fuoco di Drago” della marina Reale. Dalina Celtigar, sorella di Naerys, si è gettata da una torre, in preda alla follia, prima di essere catturata dai ribelli e con se’ ha portato il piccolo figlio Aemon. Risulta deceduto anche Jasper Bywater, marito di Lady Mireille Celtigar e padre di tre bambini, morto combattendo nel tentativo di respingere le forze nemiche.