La tempesta infuriava selvaggia e possente, scuotendo le acque ghiacciate del mare di Skagos. Il rombo dei tuoni e il soffio del vento era così forte che Theana Bolton non riusciva a sentire nemmeno le sue grida. Era certa di stare per morire: il destino che si era accanito su di lei fin dalla morte di sua madre, stava infine per prendersi la sua vita. In mezzo a quella terribile scenario, le apparve proprio l’ultimo sorriso che la donna le aveva rivolto, prima che suo padre, Morholt Bolton, il precedente signore di Forte Terrore, la uccidesse. La chiamò, come aveva fatto nelle notti che erano seguite alla sua scomparsa, ma la sua voce si perse di nuovo nell’oscurità della notte.
Quanti anni erano passati prima che suo fratello Teberray le sputasse in faccia la verità, prima di essere spedito sulla Barriera, prima che le terre selvagge lo inghiottissero in circostanze misteriose? La notizia della sua morte venne portata da Aerion Targaryen in persona,
proprio in occasione del Torneo, dove era iniziata tutta questa storia. Non fu difficile capire che anche lui era collegato alla trama che suo padre stava tessendo da anni, radunando fra le foreste di Forte Terrore un esercito nascosto, composto da Bruti strappati alla loro aspra terra natia e portati lì grazie al contributo di Dagon Greyjoy, anche lui ormai nelle braccia dello Sconosciuto. Il Torneo era l’occasione per vedere quali nobili si sarebbero schierati al suo fianco durante il suo colpo di mano per rovesciare gli Stark e quali invece erano da eliminare prima di cominciare.
Pur in mezzo alla tempesta, Theana non poté evitare di sorridere, ripensando a come era stato facile seminare discordia nell’esercito dei selvaggi e ottenere l’appoggio del popolo, dopo mesi che suo padre faceva esercitazioni, distruggendo interi villaggi. Una risata folle le sfuggì quando le passo per la mente l’immagine del sangue che sprizzava via dalla gola di suo padre e alla sua espressione sorpresa, mentre
la luce abbandonava i suoi occhi.
Proprio quando la sua vendetta era compiuta, un gruppo di nobili avevano osato sfidarla, aggredendola e prendendola prigioniera, accusandola dell’omicidio del padre. Per loro sfortuna, alcuni degli invitati non erano troppo interessati alla questione di giustizia: non appena quei bastardi avevano abbassato la guardia, avevano raggiunto lord Bolton nella tomba. Avrebbe voluto fare qualche domanda a Aerion Targaryen sul grande ingranaggio di cui – ormai lo aveva capito – suo padre non era stato altro che un pezzo minore: peccato che se la fosse svignata a metà banchetto, quando aveva cominciato a sentire puzza di guai.
A quel punto non aveva potuto fare altro che prendere in mano la situazione e cercare di riprendere le briglie dell’esercito segreto, tentativo fallito per l’intromissione di quei figli di puttana dei fratelli Mormont e di Alderon Lannister. Solo grazie al senso del dovere – e forse a qualcos’altro – di Devon Stark, che era sopraggiunto con un manipolo di
soldati quando si era scatenato il caos, la sua testa non era finita su una delle spade di quei tre bastardi.
Un rombo di tuono fece tremare la nave in balia delle onde, sbalzando fuori alcuni uomini. Aprendo a malapena gli occhi, le sembrò di vedere un corvo che volava nel buio. Un’altra allucinazione … o forse no?
Dopo averla presa prigioniera, il gruppo di Stark si era ritrovato circondato dalle letali lame di un esercito di Bruti ormai fuori controllo. Se erano usciti vivi da quella trappola, era stato solo grazie a qualcosa fuori dal comune, una delle tante favole che avevano preso vita in tutta quella storia: Cuore di Corvo, un personaggio dei racconti neri che aveva udito fin da bambina. Lui le aveva rivelato chi era il ragno che stava dietro quella trama e qual’era il suo folle piano: e mentre mandava verso la morte i suoi carcerieri, aveva lasciato andare lei, senza un motivo apparente. Il sorriso maligno con cui l’aveva salutata ancora le dava i brividi: forse lui già sapeva …
Per un po’
era riuscita a ignorare ciò che si annidava oltre la Barriera: si era infiltrata nel seguito di Lord Manderly al Concilio di Guardia del Re. La situazione era degenerata – un Maestro e un misterioso individuo con le stemma dei Martell tatuato sul petto erano stati assassinati – ed era stata fortunata a uscirne viva. Vero, aveva stretto preziose alleanze – Maeve Greyjoy, poco prima di finire vittima del veleno alle Nozze Bianche, le aveva fornito la nave che stava per essere inghiottita dalle onde; il denaro di Genna Lannister aveva comprato il silenzio dei Guardiani del Forte Orientale – ma agli occhi del Nord restava una parricida e una traditrice del Regno. Non gli era rimasta che una strada, la stessa che il corvo in mezzo alla tempesta le stava indicando.
Era una follia? Forse, ma tutta la sua vita lo era stata. Gridò contro quel fantasma, ma il suono fu ingoiato dalla tempesta, che sembrò restituirle una risata senza gioia. Un ultimo boato e la barca si spezzò. Mentre Theana veniva sbalzata fuori,
sentì le braccia di sua madre sulla sua pelle, prima che le acque gelide la inghiottissero.